Leucemia mieloide acuta (LMA)

(leucemia mielogena acuta; leucemia mieloblastica acuta; leucemia mielomonocitica acuta; leucemia mielocitica acuta)

DiAshkan Emadi, MD, PhD, University of Maryland;
Jennie York Law, MD, University of Maryland, School of Medicine
Revisionato/Rivisto lug 2022
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I fatti in Breve

La leucemia mieloide acuta è una malattia potenzialmente letale nella quale le cellule che normalmente si sviluppano nei tipi di globuli bianchi chiamati neutrofili, basofili, eosinofili e monociti diventano cancerose e sostituiscono rapidamente le cellule normali nel midollo osseo.

  • Il soggetto può presentare pallore o stanchezza, può essere molto sensibile alle infezioni e alla febbre e può riportare facilmente ecchimosi o emorragie.

  • Per formulare la diagnosi, sono necessari esami del sangue e l’analisi del midollo osseo.

  • Il trattamento prevede chemioterapia per la remissione, oltre a ulteriore chemioterapia per evitare recidive e talvolta trapianto di cellule staminali.

(Vedere anche Panoramica sulle leucemie.)

La leucemia mieloide acuta (LMA) è il tipo più comune di leucemia negli adulti, sebbene interessi soggetti di tutte le età. La LMA è talvolta causata da chemioterapia o radioterapia somministrata per il trattamento di un altro tumore presente.

Nella LMA, cellule leucemiche immature si accumulano nel midollo osseo, distruggendo e sostituendo uno o più dei seguenti tipi di cellule normali:

  • Globuli rossi, che trasportano l’ossigeno nel torrente ematico

  • Globuli bianchi, che difendono l’organismo dalle infezioni

  • Piastrine, particelle simili a cellule che favoriscono il processo di coagulazione

I globuli bianchi cancerosi non funzionano come i globuli bianchi normali. Quindi, anche se il numero di globuli bianchi appare maggiore, sono presenti meno globuli bianchi normali e quindi si ha difficoltà a combattere le infezioni.

Le cellule leucemiche vengono inoltre rilasciate in circolo e raggiungono altri organi, dove continuano a proliferare.

Esistono diversi sottotipi di LMA, identificati in base alle caratteristiche delle cellule leucemiche.

La leucemia promielocitica acuta è un sottotipo importante di LMA. In questo sottotipo, le anomalie cromosomiche dei promielociti, cellule ai primi stadi di maturazione in neutrofili, portano a un accumulo di cellule immature.

Sintomi della LMA

I primi sintomi della LMA sono molto simili a quelli della leucemia linfoblastica acuta e derivano dall’incapacità del midollo osseo di produrre una quantità sufficiente di cellule ematiche normali.

  • La febbre e la sudorazione eccessiva possono indicare un’infezione, che può essere la conseguenza di una carenza di globuli bianchi normali.

  • La debolezza, l’astenia e il pallore, possono derivare dalla scarsità di globuli rossi (anemia). Alcuni soggetti possono lamentare difficoltà di respirazione, aumento della frequenza cardiaca o dolore toracico.

  • Facilità di formazione di ecchimosi e sanguinamento, talvolta sotto forma di sanguinamento dal naso o dalle gengive, sono il risultato del ridotto numero di piastrine (trombocitopenia). In alcuni casi, possono verificarsi emorragie cerebrali o addominali.

Le cellule leucemiche possono invadere altri organi. Le cellule leucemiche nel midollo osseo possono causare dolore osseo e articolare. L’ingrossamento di fegato e milza dovuto alle cellule leucemiche può manifestarsi come senso di pienezza e talvolta dolore addominale. Le cellule leucemiche possono formare piccole masse in tutto il corpo, anche a livello cutaneo o sottocutaneo (cosiddetta leucemia cutis), nelle gengive o a livello oculare.

Le cellule della LMA possono diffondersi agli strati di tessuto che rivestono il cervello e il midollo spinale (meningi), determinando una meningite leucemica, che può causare

  • Cefalee

  • Vomito

  • Ictus

  • Disturbi della vista, dell’udito e dei muscoli facciali

Nel sottotipo di LMA definito leucemia promielocitica acuta si manifestano spesso emorragie o problemi di coagulazione.

Diagnosi di LMA

  • Esami del sangue

  • Esame del midollo osseo

Anche l’iter diagnostico della LMA è simile a quello della leucemia linfoblastica acuta. Si esegue un emocromo completo, comprensivo di misurazione della conta di ciascun tipo di leucociti. Si esegue quasi sempre un esame del midollo osseo per confermare la diagnosi e differenziare la LMA da altre forme di leucemia. I globuli bianchi immaturi (blasti) vengono analizzati per la presenza di anomalie cromosomiche, che contribuiscono a determinare il tipo esatto di leucemia e i farmaci adatti per il trattamento.

Vengono eseguiti anche esami del sangue, compresi quelli per i marcatori tumorali e le anomalie degli elettroliti, e delle urine, per rilevare altre eventuali anomalie associate alla LMA.

Possono essere effettuati anche esami di diagnostica per immagini. Qualora il soggetto presenti sintomi che indichino la presenza di cellule leucemiche nel cervello, vengono eseguite la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica per immagini (RMI). L’eventuale presenza di cellule leucemiche nella zona circostante i polmoni viene verificata mediante TC. Per stabilire se gli organi interni sono ingrossati, si possono eseguire TC, RMI o ecografia dell’addome. Prima di iniziare la chemioterapia si può eseguire un ecocardiogramma (ecografia del cuore), dato che i farmaci chemioterapici talvolta hanno effetti sul cuore.

Prognosi della LMA

Senza trattamento, molti soggetti affetti da LMA muoiono nel giro di poche settimane o mesi dalla diagnosi. Con una terapia appropriata, il 20-40% dei soggetti sopravvive per almeno 5 anni, senza nessuna recidiva. Con il trattamento intensivo, il 40-50% dei soggetti più giovani può sopravvivere almeno 5 anni. Poiché le recidive si verificano solitamente entro i primi 5 anni dall’inizio del trattamento, la maggior parte dei soggetti in cui non si riscontra leucemia dopo 5 anni si considera guarita.

Il predittore di sopravvivenza più importante è il tipo di anomalia genetica presente nelle cellule leucemiche. Per i soggetti di età superiore a 65 anni, che presentano determinati risultati nelle analisi del sangue, come una conta leucocitaria elevata, che sviluppano una LMA dopo essere stati sottoposti a chemioterapia o radioterapia per altri tumori e con pregressa sindrome mielodisplastica la prognosi è infausta.

La leucemia promielocitica acuta una volta era considerata la forma più maligna di leucemia. Attualmente, si tratta di una delle forme di LMA con la prognosi migliore. Oltre il 70% dei soggetti affetti da leucemia promielocitica acuta può guarire. È essenziale formulare la diagnosi rapidamente.

Trattamento della LMA

  • Chemioterapia

  • Un trapianto di cellule staminali

Il trattamento della LMA ha lo scopo di indurre rapidamente la remissione della malattia e la distruzione della maggior parte delle cellule leucemiche. Tuttavia, spesso le terapie peggiorano le condizioni del soggetto prima di osservare un miglioramento.

Il trattamento sopprime l’attività del midollo osseo, causando una forte diminuzione dei leucociti e soprattutto dei neutrofili. La riduzione dei neutrofili predispone maggiormente alle infezioni. Il trattamento distrugge anche le mucose (come quella orale), cosa che facilita l’ingresso dei batteri nell’organismo. Si deve prestare particolare attenzione alla prevenzione delle infezioni e quando si manifestano devono essere trattate tempestivamente. Sono necessarie anche trasfusioni di globuli rossi e di piastrine.

La chemioterapia di induzione rappresenta la prima fase del trattamento. I principali farmaci chemioterapici sono citarabina per 7 giorni somministrata mediante infusione continua e daunorubicina (o idarubicina o mitoxantrone) somministrata per via endovenosa per 3 giorni. Altri farmaci che possono essere somministrati sono midostaurina o gemtuzumab oxogamicina oppure decitabina, azacitidina, venetoclax o glasdegib (specialmente agli anziani o ai soggetti con determinati sottotipi di LMA).

La chemioterapia di consolidamento viene somministrata quando la LMA è in remissione. Il soggetto generalmente è sottoposto a pochi cicli di chemioterapia aggiuntiva, poche settimane dopo il trattamento iniziale, per assicurare la distruzione del maggior numero possibile di cellule leucemiche.

Il trapianto allogenico di cellule staminali (“allogenico” significa che le cellule staminali provengono da un’altra persona) in alcuni soggetti a rischio di recidiva viene eseguito dopo l'induzione e il consolidamento. Il trapianto, tuttavia, può avvenire solo se è possibile ottenere cellule staminali da un soggetto con un tipo di tessuto compatibile (compatibilità dell’antigene leucocitario umano [Human Leukocyte Antigen, HLA]). Il donatore è solitamente un consanguineo, ma talvolta si utilizzano cellule provenienti da soggetti compatibili non imparentati (o talvolta cellule prelevate da familiari o donatori non imparentati parzialmente compatibili, oppure cellule staminali ottenute dal cordone ombelicale).

Al contrario della leucemia linfatica acuta, il trattamento preventivo a livello cerebrale di solito non è necessario e la chemioterapia a lungo termine a basso dosaggio (terapia di mantenimento) non ha mostrato un aumento della sopravvivenza.

I soggetti affetti da leucemia promielocitica acuta possono essere trattati con un tipo di vitamina A chiamato acido tutto trans retinoico (tretinoina). La chemioterapia è spesso associata a somministrazione di acido tutto trans retinoico, in particolare se il soggetto presenta un’elevata conta leucocitaria al momento della diagnosi o se si assiste a un improvviso aumento della stessa. Anche il triossido di arsenico è efficace solo in questo sottotipo di LMA.

Recidiva

I soggetti che non hanno risposto al trattamento e quelli più giovani in fase di remissione, ma con un’elevata probabilità di recidiva (identificabili in genere per la presenza di alcune anomalie cromosomiche), possono essere sottoposti a una chemioterapia ad alte dosi seguita da un trapianto di cellule staminali.

In caso di recidiva, nei soggetti che non possono essere sottoposti a trapianto di cellule staminali, l’ulteriore somministrazione della chemioterapia risulta meno efficace e scarsamente tollerata. Un ciclo aggiuntivo di chemioterapia è più efficace nei soggetti più giovani e in quelli nei quali la remissione iniziale si è protratta per più di 1 anno. I fattori da prendere in considerazione per valutare la possibilità di somministrare un’ulteriore chemioterapia intensiva ai soggetti con LMA recidiva sono molti.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riporta una risorsa in lingua inglese che può essere utile. Si prega di notare che il MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.

  1. Leukemia & Lymphoma Society: Acute Myeloid Leukemia: informazioni generali su molti aspetti della leucemia mieloide acuta, tra cui la diagnosi, le opzioni di trattamento e i più recenti risultati della ricerca