Allergie stagionali

(Febbre da fieno; rinite allergica)

DiJames Fernandez, MD, PhD, Cleveland Clinic Lerner College of Medicine at Case Western Reserve University
Revisionato/Rivisto ott 2022
CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI
I fatti in Breve

Le allergie stagionali sono dovute all’esposizione a sostanze volatili (come i pollini), presenti solo in determinati periodi dell’anno.

  • Possono causare prurito diffuso, secrezione nasale (rinorrea), starnuti e, talvolta, occhi lacrimosi, pruriginosi o iniettati di sangue.

  • La diagnosi arriva quando questi sintomi tipici (come secrezione nasale, prurito al naso e agli occhi) compaiono durante una stagione in particolare.

  • Gli spray nasali a base di corticosteroidi, gli antistaminici e i decongestionanti aiutano ad alleviare i sintomi.

(Vedere anche Panoramica sulle reazioni allergiche)

Le allergie stagionali (chiamate comunemente “febbre da fieno”) sono diffuse. Si manifestano solo in determinati periodi dell’anno, specialmente in primavera, estate o autunno, a seconda di quale sia il fattore scatenante dell’allergia. I sintomi interessano principalmente le mucose che rivestono il naso, inducendo rinite allergica, o le mucose che rivestono le palpebre e il bianco degli occhi (congiuntiva), provocando congiuntivite allergica.

Il termine febbre da fieno è in un certo senso fuorviante, poiché i sintomi non si manifestano solo in estate, stagione in cui si raccoglie il fieno e il disturbo non causa mai febbre. Solitamente la febbre da fieno è una reazione a polline ed erba. I pollini responsabili della comparsa della febbre da fieno variano in base alla stagione:

  • Primavera: generalmente alberi (quercia, olmo, ontano, betulla, faggio, pioppo, frassino e olivo)

  • Estate: graminacee (erba Bermuda, fleo, paleo odoroso, erba mazzolina e sorgo) ed erbe infestanti (cardo selvatico e piantaggine)

  • Autunno: ambrosia

Inoltre, diverse zone degli Stati Uniti presentano stagioni dei pollini diverse. Negli Stati Uniti occidentali il cedro di montagna (ginepro) è una delle principali fonti di polline proveniente dagli alberi, da dicembre a marzo. Nella zona arida sudoccidentale, le piante producono pollini per periodi molto più lunghi e, in autunno, il polline proveniente da altre erbe infestanti, come l’artemisia tridentata e il cardo selvatico, può causare la febbre da fieno. I soggetti possono reagire a uno o più pollini e quindi l’allergia stagionale può insorgere all’inizio della primavera e persistere fino al tardo autunno. L’allergia stagionale è causata anche dalle spore delle muffe, che possono circolare nell’aria per lunghi periodi di tempo in primavera, estate e autunno.

La congiuntivite allergica può insorgere quando sostanze volatili, come i pollini, entrano in contatto direttamente con gli occhi.

Sintomi delle allergie stagionali

Le allergie stagionali possono indurre prurito al naso, al palato, al retrofaringe e agli occhi. La componente pruriginosa può manifestarsi gradualmente o improvvisamente. Il gocciolamento nasale è caratterizzato da una secrezione acquosa di colore chiaro e a volte ostruzione nasale. Nei bambini, l’ostruzione nasale può causare un infezione dell’orecchio. La mucosa nasale può divenire gonfia e assumere un colore rosso-bluastro.

Anche i seni paranasali possono ostruirsi, causando cefalea e occasionalmente infezioni (sinusite). Gli starnuti sono frequenti.

Gli occhi possono lacrimare, a volte in maniera abbondante, e prudere. Può comparire arrossamento del bianco degli occhi e gonfiore e arrossamento delle palpebre. Portare lenti a contatto può irritare ulteriormente gli occhi.

Altri sintomi includono tosse e respiro sibilante (specialmente nei soggetti affetti da asma) e talvolta irritabilità e disturbi del sonno.

La gravità dei sintomi varia in base alla stagione.

Molti soggetti con rinite allergica sono anche affetti da asma (che induce sibili respiratori), probabilmente causato dagli stessi fattori scatenanti dell’allergia (allergeni) che contribuiscono alla rinite allergica e alla congiuntivite.

Diagnosi delle allergie stagionali

  • Valutazione medica

  • Talvolta, un test cutaneo o un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline

La diagnosi di allergie stagionali si basa sui sintomi e sulle circostanze in cui si manifestano, ossia se si verificano solo in determinate stagioni. Queste informazioni possono consentire ai medici di identificare l’allergene.

In genere non è necessario eseguire test, ma occasionalmente viene esaminata la secrezione nasale per verificare se contiene eosinofili (un tipo di globuli bianchi prodotti in grandi quantità durante una reazione allergica).

Prove allergiche

I prick test cutanei possono confermare la diagnosi e permettere l’identificazione dell’allergene. Per questi test, una goccia di ogni estratto viene applicata sulla superficie cutanea del soggetto e poi fatta penetrare con un ago attraverso la goccia. Quindi, si osserva l’eventuale reazione eritemato-pomfoide (una tumefazione pallida, leggermente in rilievo e circondata da una zona arrossata).

Se i risultati del test cutaneo non sono chiari si procede a un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline (IgE). Per questo esame, viene prelevato ed analizzato un campione di sangue.

Trattamento delle allergie stagionali

  • Spray nasali a base di corticosteroidi

  • Antistaminici

  • Decongestionanti

  • Collirio

  • Immunoterapia specifica

I soggetti con gravi allergie stagionali i cui problemi persistono dopo aver provato i trattamenti standard possono prendere in considerazione il trasferimento in un’area che non contiene l’allergene.

Sintomi nasali

Generalmente gli spray nasali a base di corticosteroidi sono molto efficaci e vengono usati come primo rimedio. La maggior parte di questi spray ha pochi effetti collaterali, anche se può causare epistassi e naso dolorante.

Un farmaco antistaminico, assunto per via orale o come spray nasale, può essere usato al posto od oltre allo spray a base di corticosteroidi. Gli antistaminici vengono spesso usati con un decongestionante, come pseudoefedrina, per via orale.

Molte associazioni di antistaminici e decongestionanti sono disponibili come farmaco da banco, in un’unica compressa. Tuttavia, i soggetti con ipertensione arteriosa non devono assumere un decongestionante, a meno che un medico non lo prescriva ed effettui un monitoraggio sugli eventuali effetti indesiderati. Inoltre, le persone che assumono inibitori della monoaminossidasi (un tipo di antidepressivo) non possono assumere un prodotto che associ un antistaminico a un decongestionante. Questi farmaci combinati non devono essere utilizzati nei bambini piccoli.

Gli antistaminici possono avere effetti collaterali, in particolare effetti anticolinergici. Questi includono sonnolenza, bocca secca, visione annebbiata, stipsi, difficoltà a urinare, confusione e stordimento.

Anche i decongestionanti sono disponibili come farmaci da banco, sotto forma di gocce nasali o spray. L’utilizzo non deve protrarsi per molti giorni perché l’impiego continuativo per una settimana o più può peggiorare o prolungare la congestione nasale (effetto rimbalzo) e causare congestione cronica.

Gli effetti collaterali tendono a essere inferiori e meno gravi con gli spray nasali, rispetto ai farmaci orali.

Talvolta sono utili anche altri farmaci. Il cromoglicato è disponibile dietro prescrizione come spray nasale e può alleviare la rinorrea. Per essere efficace, deve essere usato regolarmente. Possono essere efficaci l’azelastina (un antistaminico e stabilizzante dei mastociti) e l’ipratropio, entrambi disponibili dietro prescrizione come spray nasali. Questi farmaci, però, possono avere effetti anticolinergici simili a quelli degli antistaminici orali, in particolare sonnolenza.

Montelukast, un inibitore dei leucotrieni disponibile dietro prescrizione, riduce l’infiammazione e aiuta ad alleviare la rinorrea. È meglio usarlo solo quando gli altri farmaci risultano inefficaci. I possibili effetti collaterali comprendono stato confusionale, ansia, depressione e alterazione dei movimenti muscolari.

Il regolare lavaggio nasale con una soluzione salina calda (acqua e sale) può contribuire a fluidificare ed eliminare il muco e a idratare le pareti nasali. Tale tecnica è definita irrigazione dei seni paranasali.

Se questi trattamenti sono inefficaci, si può assumere un corticosteroide per via orale o tramite iniezione per un breve periodo di tempo (spesso per meno di 10 giorni). Se assunti per via orale o tramite iniezione per un lungo lasso di tempo, i corticosteroidi possono causare effetti collaterali gravi.

Sintomi oculari

L’applicazione di un collirio normale (come le lacrime artificiali) può contribuire a ridurre l’irritazione. Bisogna evitare qualsiasi sostanza che possa causare una reazione allergica. Le lenti a contatto non devono essere portate durante gli episodi di congiuntivite.

I colliri a base di antistaminici e un farmaco che determina il restringimento dei vasi sanguigni (vasocostrittore) possono essere spesso efficaci. Questi colliri sono disponibili senza prescrizione. Possono, tuttavia, risultare meno efficaci ed avere più effetti collaterali rispetto ai colliri disponibili su prescrizione.

I colliri che contengono cromoglicato, disponibili dietro prescrizione medica, vengono usati per prevenire, più che alleviare, la congiuntivite allergica. Possono essere usati quando si prevede l’esposizione all’allergene.

Se i sintomi sono molto gravi, si utilizzano colliri contenenti corticosteroidi, disponibili dietro prescrizione medica. Durante il trattamento con colliri a base di corticosteroidi, gli occhi devono essere tenuti regolarmente sotto controllo da un oculista per evitare l’aumento della pressione intraoculare e l’insorgenza di infezioni.

Gli antistaminici orali (come la fexofenadina) possono essere utili, specialmente se anche altre zone del corpo (come le orecchie, il naso o la gola) sono interessate dall’allergia.

Immunoterapia specifica (desensibilizzazione)

Qualora gli altri trattamenti si rivelino inefficaci, l’immunoterapia specifica in alcuni casi può essere d’aiuto.

La desensibilizzazione è un processo che cerca di insegnare al sistema immunitario a non reagire a un allergene. Al soggetto vengono somministrate dosi progressivamente maggiori dell’allergene. La prima dose è talmente minima che anche un soggetto allergico non reagisce. Tuttavia, la dose minima inizia a far abituare il sistema immunitario della persona all’allergene. Quindi la dose viene gradualmente aumentata. Ogni aumento è talmente minimo che il sistema immunitario continua a non reagire. La dose viene aumentata fino a quando il soggetto non reagisce alla stessa quantità di allergene che causava i sintomi.

L’immunoterapia per le allergie stagionali è necessaria nelle seguenti situazioni:

  • In caso di sintomi gravi

  • Se non è possibile evitare il contatto con l’allergene

  • Quando i farmaci abitualmente usati per trattare la rinite o la congiuntivite allergica non riescono a controllare i sintomi

L’immunoterapia per le allergie stagionali prevede l’aumento graduale delle dosi di allergene posto sotto la lingua (via sublinguale) o iniettato nella pelle. Poiché le iniezioni dell’immunoterapia talvolta provocano reazioni allergiche pericolose, il soggetto deve restare in ambulatorio per almeno 30 minuti dopo l’iniezione. Se non ha una reazione dopo la prima dose, può assumere le dosi successive a casa.

L’immunoterapia specifica per la febbre da fieno deve essere iniziata dopo la stagione dei pollini, per prepararsi alla stagione successiva. Questa terapia presenta più effetti collaterali se iniziata durante la stagione dei pollini, perché gli allergeni (ossia i pollini) hanno già stimolato il sistema immunitario. Offre il massimo dell’efficacia se continuata per tutto l’anno.

I soggetti che assumono un’immunoterapia specifica per la rinite allergica devono portare con sé una siringa preriempita autoiniettante di adrenalina, nel caso in cui si verifichi una reazione anafilattica prima che il trattamento immunoterapico abbia effetto nell’ambulatorio del medico.