Commento – I miti da sfatare sulla sclerosi multipla
Commenti14/04/17 Michael C. Levin, MD, Multiple Sclerosis Research Chair, Professor of Neurology, University of Saskatchewan

Sebbene la sclerosi multipla (SM) sia una delle malattie più comuni del sistema nervoso centrale, su di essa permangono alcune false convinzioni e idee superate.

Ciò è dovuto al fatto che le cause della SM sono ancora relativamente ignote e che questa malattia si manifesta in modo diverso in ogni paziente. Ogni anno, si diagnosticano circa 10.000 nuovi casi e i sintomi possono variare considerevolmente da un soggetto all’altro.

Quest’ampia varietà di sintomi e manifestazioni porta spesso i pazienti e i loro cari ad affidarsi alle storie personali di altri pazienti per ottenere notizie sulla propria malattia e ciò ha portato alla nascita di numerosi falsi miti. Sfatando alcuni di questi miti così diffusi potremo contribuire a una migliore comprensione di questa malattia e aiutare chi è affetto dalla sclerosi multipla a intavolare conversazioni più informate con i propri cari e i medici curanti.

Ma, prima di tutto, una breve introduzione sulla sclerosi multipla. La sclerosi multipla è una malattia che danneggia o distrugge zone di mielina (la sostanza che riveste la maggior parte delle fibre nervose) e le sottostanti fibre nervose del cervello, del nervo ottico e del midollo spinale. Si tratta di una patologia autoimmune, dove il sistema immunitario aggredisce il proprio organismo.

I medici hanno individuato almeno quattro tipi di questa malattia. All’interno di queste tipologie, la sclerosi multipla rientra in due ampie categorie:

  • Recidivante: i pazienti attraversano periodi con sintomi gravi, a cui seguono periodi di remissione dove i sintomi sono assenti o quasi. Questa è la forma più comune di sclerosi multipla.
  • Progressiva: i pazienti subiscono un graduale peggioramento della malattia, senza evidenti remissioni o periodi privi di sintomi.

Ma guardiamo più da vicino alcuni dei miti più diffusi che circondano la sclerosi multipla e cerchiamo di capire qual è la verità.

Mito n. 1: tutte le persone che sono affette da sclerosi multipla finiranno su una sedia a rotelle.

Falso. La progressione della sclerosi multipla varia enormemente da un soggetto all’altro, ma studi condotti su un alto numero di pazienti hanno dimostrato che passano in media da 15 a 20 anni dall’esordio della malattia al dover ricorrere all’aiuto di un bastone per camminare. Questa progressione può essere ulteriormente rallentata mediante cure costanti. Tre persone affette da sclerosi multipla su quattro non avranno mai bisogno di una sedia a rotelle nell’arco della loro vita. Circa il 40% dei pazienti conduce le proprie normali attività senza problemi.

Mito n. 2: le donne che soffrono di sclerosi multipla non dovrebbero fare figli.

Falso. Anzi, durante una gravidanza i tassi di recidiva diminuiscono, molto probabilmente in relazione alla produzione ormonale. Le recidive dopo una gravidanza sono comuni, ma in quasi tutti i casi il tasso non è superiore a quello precedente alla gravidanza.

Mito n. 3: chi soffre di sclerosi multipla dovrebbe evitare qualsiasi esercizio fisico.

Falso. Non c’è motivo per cui le persone affette da sclerosi multipla non possano praticare un’attività fisica, e in alcuni casi lo stretching può contribuire a ridurre gli spasmi muscolari. Spesso i sintomi peggiorano con il calore, quindi bisogna evitare di accaldarsi troppo durante l’attività fisica.

Mito n. 4: la sclerosi multipla è difficile da individuare e da diagnosticare.

Falso (o quasi). È vero che molte persone soffrono per anni prima che venga loro diagnosticata la sclerosi multipla, ma gli effetti della malattia sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) sono spesso relativamente facili da rilevare agli esami di imaging.

Sebbene di norma non sia difficile scoprire la presenza della malattia agli esami di imaging, spesso passa del tempo prima di ammettere la necessità di sottoporre un paziente a questi esami. Molti sintomi precoci sono comuni e non sono tipici della sclerosi multipla. Chi soffre della forma progressiva di questa malattia spesso accusa come primo sintomo la difficoltà a camminare e un intorpidimento dalla vita in giù. Nei casi di sclerosi multipla recidivante, i primi sintomi possono includere la perdita della vista in un occhio e una sensazione di un intorpidimento alle gambe. Troppo spesso, si attende il terzo o il quarto attacco prima di consultare il medico e, una volta giunto il giorno della visita, è possibile che i sintomi siano cessati.

Mito n. 5: tutti hanno le stesse probabilità di sviluppare la sclerosi multipla.

Falso. Come accade per la gran parte delle patologie autoimmuni, la sclerosi multipla è molto più comune fra le donne, con un rapporto di 2:1 rispetto agli uomini. La forma progressiva della sclerosi multipla, tuttavia, è invece leggermente più comune fra gli uomini.

Diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare la sclerosi multipla, come ridotti livelli di vitamina D, il fumo e l’obesità. Non si tratta di un rapporto di causa ed effetto, ma in presenza di questi fattori il rischio è leggermente superiore. Esiste anche un rischio genetico. Le probabilità di sviluppare la sclerosi multipla sono leggermente superiori se in famiglia esiste già qualcuno affetto da questa malattia. Infine, esistono pochissimi casi nella fascia equatoriale, mentre la malattia diventa più frequente tra le persone che vivono la prima parte della loro vita a latitudini maggiori, in climi più freschi. Potrebbe esserci quindi un legame con l’esposizione solare, che incide sui livelli di vitamina D.

Mito n. 6: esiste una cura che consente di guarire dalla sclerosi multipla.

Falso.Purtroppo attualmente non si guarisce dalla sclerosi multipla. I medici spesso ricorrono a terapie con corticosteroidi a breve termine per cercare di trattare gli attacchi e le riacutizzazioni, ma questi farmaci fanno poco e niente per contrastare la progressione della malattia.

Tuttavia, nuove opzioni terapeutiche vengono messe a punto di continuo. Negli ultimi vent’anni, è stata introdotta più di una dozzina di nuovi farmaci e terapie. Questi trattamenti rallentano la progressione della malattia e danno ai pazienti la possibilità di vivere una vita più sana e più soddisfacente.

Dr Michael Levin