Porfiria cutanea tarda

DiHerbert L. Bonkovsky, MD, Wake Forest University School of Medicine;
Sean R. Rudnick, MD, Wake Forest University School of Medicine
Revisionato/Rivisto feb 2023
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La porfiria cutanea tarda è la forma più comune di porfiria e causa la formazione di vesciche e fragilità della pelle nelle zone esposte alla luce solare.

  • Le persone presentano vesciche ricorrenti croniche nelle parti del corpo esposte al sole.

  • Il ferro in eccesso può accumularsi nel fegato, causando danni epatici.

  • Vengono eseguiti esami delle urine e delle feci alla ricerca di livelli elevati di porfirine.

  • È utile la rimozione del sangue (flebotomia), la somministrazione di clorochina (o idrossiclorochina) o entrambi.

Le porfirie sono un gruppo di malattie causate da anomalie degli enzimi coinvolti nella produzione dell’eme. L’eme è un composto chimico che contiene ferro e conferisce al sangue il caratteristico colore rosso. L’eme è un componente cruciale di diverse importanti proteine nell’organismo. (Vedere anche Panoramica sulla porfiria)

La porfiria cutanea tarda è una patologia che si riscontra in tutto il mondo. Ne esistono due tipi principali:

  • Tipo 1: acquisita o sporadica (in circa il 75-80% dei soggetti)

  • Tipo 2: ereditaria o familiare (in circa il 20-25% dei soggetti)

In base alle conoscenze attuali, la forma sporadica di questa porfiria è la sola porfiria che può verificarsi in assenza di carenze ereditarie di uno degli enzimi coinvolti nella produzione dell’eme.

La porfiria cutanea tarda dipende da una ipoattività dell’enzima uroporfirinogeno decarbossilasi, che causa accumulo di porfirine nel fegato. L’insufficienza epatica è comune. Circa il 35% dei soggetti sviluppa cirrosi e il 7-24% sviluppa tumore del fegato. Le lesioni cutanee sono causate dalle porfirine in eccesso prodotte nel fegato e che sono trasportate dal sangue alla pelle.

La porfiria cutanea tarda è caratterizzata da diversi fattori scatenanti comuni. Questi fattori comprendono:

  • Eccesso di ferro nel fegato

  • Uso moderato o eccessivo di alcol

  • Fumo

  • Assunzione di estrogeni

  • Infezione da virus dell’epatite C

L’infezione da epatite C è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di porfiria cutanea tarda e la sua presenza deve essere valutata in tutti i pazienti con questo disturbo. Se presente, il trattamento di prima scelta è costituito da farmaci antivirali ad azione diretta per curare l’infezione da virus dell’epatite C, che quasi sempre porterà anche alla remissione della porfiria cutanea tarda.

L’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (human immunodeficiency virus, HIV) è un fattore scatenante meno frequente.

Si pensa che tali fattori possano interagire con il ferro e l’ossigeno nel fegato e quindi inibire o danneggiare l’enzima uroporfirinogeno decarbossilasi.

Alcuni soggetti in emodialisi per periodi prolungati sviluppano una patologia cutanea che somiglia alla porfiria cutanea tarda, perché la dialisi non rimuove bene le porfirine. Questa condizione è definita porfiria cutanea tarda dell’insufficienza renale terminale.

Pseudoporfiria

L’insufficienza renale, le radiazioni ultraviolette (UVA) e alcuni farmaci possono causare sintomi che assomigliano a quelli della porfiria cutanea tarda, ma senza livelli elevati di porfirine nel fegato (una condizione chiamata pseudoporfiria).

Sintomi della porfiria cutanea tarda

I soggetti con la forma sporadica potrebbero non sviluppare sintomi fino alla mezza età. Nel tipo familiare, i soggetti possono sviluppare sintomi durante l’infanzia.

I sintomi possono iniziare immediatamente dopo l’esposizione alla luce solare, pertanto è possibile che i soggetti non si rendano conto che è l’esposizione al sole la causa dei sintomi.

I soggetti con porfiria cutanea tarda manifestano la presenza cronica e ricorrente di vesciche di varie dimensioni nelle zone esposte alla luce solare, come braccia, viso e soprattutto dorso delle mani. Alle vesciche seguono croste e lesioni cicatriziali il cui tempo di guarigione è piuttosto lungo. La pelle, soprattutto quella delle mani, è fragile e sensibile anche ai minimi traumi.

Talvolta, l’esposizione al sole causa tumefazione, prurito o arrossamento. Si può osservare un aumento della crescita dei peli sul viso e su altre zone esposte al sole. A volte si sviluppano chiazze scure o chiare sulla pelle.

Diagnosi di porfiria cutanea tarda

  • Esami del sangue, delle urine e delle feci alla ricerca di porfirine

Per diagnosticare una porfiria cutanea tarda, si valuta l’eventuale incremento delle porfirine nel sangue, nelle urine e nelle feci. L’aumento di determinate porfirine costituisce un criterio specifico che permette di distinguere la porfiria cutanea tarda da altre forme di porfiria.

Di solito, vengono effettuati degli esami per stabilire il fattore che ha scatenato lo sviluppo della porfiria cutanea tarda e per vedere se sia presente ferro in eccesso nel fegato. Se non è già nota la presenza di infezione da epatite C o HIV, vengono effettuati i test per tali disturbi.

Trattamento della porfiria cutanea tarda

  • Salasso (flebotomia)

  • Aumento dell’escrezione di porfirina nelle urine

  • Trattamento e cura dell’infezione da epatite C, se presente

La porfiria cutanea tarda è la forma che risente più rapidamente del trattamento. È di indubbio beneficio evitare l’assunzione di alcol e l’esposizione agli altri fattori scatenanti. I soggetti devono evitare l’esposizione solare il più possibile e devono indossare indumenti e cappelli per proteggersi dal sole. I filtri solari a base di ossido di zinco od ossido di titanio possono essere utili. I comuni filtri solari che bloccano la luce ultravioletta non sono efficaci, ma gli schermi solari che assorbono la luce ultravioletta A, come quelli contenenti dibenzoilmetano, possono essere efficaci.

Per i soggetti con infezione da virus dell’epatite C o infezione da HIV, il trattamento di questi disturbi con farmaci antivirali allevia la porfiria.

Flebotomia

La terapia maggiormente consigliata è il salasso (o flebotomia), che comporta la rimozione di mezzo litro di sangue. Di solito vengono effettuate da 6 a 10 sessioni di flebotomia a 2-4 settimane di distanza. Grazie ai salassi, l’eccesso di ferro viene gradualmente rimosso, l’attività dell’uroporfirinogeno decarbossilasi nel fegato raggiunge valori normali e i livelli di porfirine nel fegato e nel sangue si riducono gradualmente. I sintomi cutanei si risolvono.

Quando il soggetto presenta una leggera carenza (o quasi) di ferro, le sessioni di flebotomia vengono interrotte. Se viene effettuato un numero eccessivo di sessioni di flebotomia oppure se le sessioni sono troppo frequenti, può svilupparsi anemia.

Nei soggetti in trattamento con estrogeni, si rende necessaria l’interruzione della terapia con estrogeni (che costituisce uno dei fattori scatenanti della porfiria), almeno finché non sia stata effettuata una flebotomia e i livelli di porfirine non siano ritornati nella norma.

Farmaci per aumentare l’escrezione di porfirine

Anche l’impiego di dosi molto basse di clorochina o di idrossiclorochina è considerato un trattamento efficace della porfiria cutanea tarda. Questi farmaci eliminano l’eccesso di porfirine dal fegato aumentando la loro escrezione nelle urine. Tuttavia, dosi troppo elevate ne causano una rimozione troppo veloce, con il risultato di un temporaneo peggioramento della malattia e del danno epatico.

Farmaci per il trattamento dell’epatite C cronica

Attualmente sono ampiamente in uso vari farmaci e combinazioni di farmaci altamente efficaci per il trattamento e la cura dell’epatite C cronica, chiamati farmaci antivirali ad azione diretta. L’uso di questi farmaci, insieme alla riduzione del consumo di alcol e alla cessazione del fumo, possono generalmente trattare e curare sia l’epatite sia la porfiria cutanea tarda.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riportano alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  1. American Porphyria Foundation: mira a informare e aiutare i pazienti affetti da porfiria e le loro famiglie

  2. United Porphyrias Association: offre educazione e sostegno ai pazienti e alle loro famiglie; offre informazioni affidabili agli operatori sanitari; promuove e sostiene la ricerca clinica per migliorare la diagnosi e la gestione delle porfirie