Disturbi renali durante la gravidanza

DiLara A. Friel, MD, PhD, University of Texas Health Medical School at Houston, McGovern Medical School
Revisionato/Rivisto ott 2021
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    Spesso, la gravidanza non provoca né aggrava i disturbi renali. Di solito i disturbi renali peggiorano solo nelle donne in gravidanza che soffrono di ipertensione arteriosa non ben controllata. Se la donna manifesta disturbi renali durante la gravidanza, molto probabilmente svilupperà anche ipertensione arteriosa, inclusa la preeclampsia (una forma di ipertensione arteriosa tipica della gravidanza.

    La presenza di un disturbo renale cronico prima della gravidanza aumenta il rischio che il feto non cresca quanto previsto (piccolo per l’età gestazionale) o subisca morte in utero. Un grave disturbo renale di solito impedisce alla donna di portare la gravidanza a termine.

    In caso di malattia renale, i parametri della funzionalità renale e la pressione sanguigna devono essere tenuti sotto stretta osservazione, come pure l’accrescimento fetale. Se il disturbo renale è grave, potrebbe essere necessaria l’ospedalizzazione della donna a partire da 28 settimane di gestazione, in modo da garantire il riposo a letto, il controllo puntuale della pressione sanguigna e il monitoraggio del feto.

    Le donne che hanno subito un trapianto di rene possono partorire bambini sani se presentano le seguenti caratteristiche:

    • Trapianto eseguito da almeno due anni

    • Funzione renale normale

    • Nessun episodio di rigetto

    • Pressione arteriosa normale

    Le donne affette da disturbi renali che necessitano di regolare emodialisi sono spesso ad alto rischio di complicanze durante la gravidanza, fra cui aborto spontaneo, morte in utero, parto pretermine e preeclampsia. Tuttavia, grazie ai progressi nel trattamento con dialisi, fino al 90% dei bambini nati da donne con questo problema sopravvive.

    Normalmente il parto deve essere programmato prima della data prevista perché la donna sviluppa preeclampsia, oppure il feto non cresce come previsto. I medici possono prelevare e analizzare un campione del liquido che circonda il feto (liquido amniotico), mediante una procedura detta amniocentesi, che contribuisce a definire se i polmoni del feto sono abbastanza maturi da respirare e quindi a stabilire se il bambino può essere partorito senza problemi.

    Spesso si ricorre al parto cesareo, ma è possibile anche quello naturale.