Epilessia durante la gravidanza

DiLara A. Friel, MD, PhD, University of Texas Health Medical School at Houston, McGovern Medical School
Revisionato/Rivisto ott 2021
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    La maggior parte delle donne affette da un disturbo convulsivo che è ben controllato mediante farmaci anticovulsivanti può dare alla luce bambini sani. Se tali donne dormono a sufficienza e assumono le dosi corrette di anticonvulsivanti il numero di crisi di norma non aumenta durante la gravidanza, che di solito ha esiti buoni. Tuttavia, queste donne sono leggermente più predisposte a

    D’altro canto, l’assunzione di anticonvulsivanti aumenta il rischio di difetti congeniti (vedere la tabella Alcuni farmaci che possono causare problemi in gravidanza) e può provocare una lieve riduzione dell’intelligenza del bambino. Tuttavia questi rischi possono aumentare sia a causa della sindrome convulsiva sia in seguito all’uso di anticonvulsivanti.

    L’assunzione di certi anticonvulsivanti (come fenitoina, carbamazepina o fenobarbital) nel corso della gravidanza aumenta il rischio di malattie emorragiche del neonato (e quindi la tendenza a sanguinare facilmente). Tuttavia, l’assunzione prenatale di vitamine fra cui la vitamina D e la somministrazione di vitamina K al neonato riducono drasticamente le possibilità di malattie emorragiche.

    Pertanto, le donne affette da sindromi convulsive dovrebbero parlare con un esperto del settore per valutare come bilanciare il rischio dell’assunzione di anticonvulsivanti con il rischio di subire crisi convulsive, preferibilmente prima di iniziare una gravidanza. Alcune donne possono interrompere in tutta sicurezza gli anticonvulsivanti nel corso della gravidanza, ma la maggior parte deve continuare ad assumerli. I rischi che derivano dalla sospensione della terapia (crisi epilettiche più frequenti, che possono danneggiare sia il feto sia la madre) di norma superano il rischio legato all’assunzione di anticonvulsivanti durante la gravidanza.

    I medici prescrivono la dose minima efficace dei farmaci e il numero minimo possibile di anticonvulsivanti diversi e le donne che li assumono devono prendere alte dosi di integratori di acido folico ogni giorno. Teoricamente questa terapia andrebbe iniziata prima della gravidanza. L’assunzione di integratori di acido folico aiuta a ridurre il rischio di avere un figlio con un difetto congenito.

    Di solito è possibile procedere con il parto naturale (vaginale), ma si preferisce il cesareo se la donna presenta crisi ripetute durante il travaglio o si sviluppano altri problemi che lo richiedono.