Denutrizione

DiJohn E. Morley, MB, BCh, Saint Louis University School of Medicine
Revisionato/Rivisto lug 2021
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La denutrizione è una carenza di calorie o di uno o più nutrienti essenziali.

  • La denutrizione può svilupparsi quando non si è in grado di ottenere o preparare il cibo, si è affetti da una malattia che rende difficile l’assunzione o l’assorbimento degli alimenti oppure in caso di notevole aumento del fabbisogno di calorie.

  • La denutrizione è spesso evidente: chi ne è colpito è sottopeso, presenta ossa sporgenti, la pelle è secca e poco elastica e i capelli sono secchi e cadono con facilità.

  • Generalmente, i medici sono in grado di diagnosticare la denutrizione basandosi sull’aspetto, sull’altezza, sul peso e sulla situazione della persona (comprese le informazioni sulla dieta e sulla perdita di peso).

  • Alle persone denutrite viene dato cibo in quantità gradualmente crescenti, per via orale se possibile ma a volte attraverso un sondino che attraversa la gola fino allo stomaco oppure inserito in vena (per via endovenosa).

In genere si pensa che la denutrizione consista essenzialmente in una carenza di calorie (vale a dire, il consumo complessivo di alimenti) o di proteine. Le carenze di vitamine e minerali sono solitamente considerate patologie distinte. Tuttavia, quando è presente una carenza di calorie, è probabile che vi sia anche una carenza di vitamine e minerali. La denutrizione, spesso utilizzata come sinonimo di malnutrizione, è effettivamente un tipo di malnutrizione.

La malnutrizione è uno squilibrio tra i nutrienti di cui l’organismo necessita e i nutrienti che riceve. Di conseguenza, la malnutrizione comprende sia l’ipernutrizione (il consumo di quantità eccessive di calorie o di qualsiasi nutriente specifico, come proteine, grassi, vitamine, minerali o altri integratori alimentari) sia la denutrizione.

Il numero di persone denutrite nel mondo è in continua crescita dal 2014. Nello Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo 2020, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha segnalato che, a livello globale, il numero di persone denutrite è passato da 690 milioni, pari all’8,9 percento della popolazione globale, nel 2019, ovvero 60 milioni in più rispetto al 2014. La maggior parte vive in Paesi con tassi elevati di insicurezza alimentare. Il rapporto della FAO ha anticipato che la pandemia di COVID-19 potrebbe aumentare il numero di persone denutrite di ulteriori 83-132 milioni nel 2020.

Nelle aree che non hanno un’insicurezza alimentare diffusa, la denutrizione è generalmente molto meno frequente dell’ipernutrizione. Tuttavia, talune condizioni aumentano il rischio di denutrizione. Tra queste, le condizioni di:

  • Povertà estrema

  • Essere senzatetto

  • Presenza di disturbi psichiatrici

  • Presenza di gravi patologie (essendo ammalati, molti soggetti possono essere incapaci di alimentarsi in modo adeguato a causa della perdita di appetito o perché l’organismo richiede una quantità notevolmente maggiore di nutrienti)

  • Giovane età (i neonati, i bambini e gli adolescenti sono a rischio di denutrizione in quanto si trovano nella fase di crescita e pertanto richiedono una grande quantità di calorie e nutrienti)

  • Età più avanzata

All’incirca un anziano su sette tra quelli che non vivono in ambiente ospedaliero, assume meno di 1.000 di calorie al giorno, un apporto insufficiente per mantenere uno stato di nutrizione adeguato. Circa la metà degli anziani ricoverati in ospedale o nelle strutture di lungodegenza non assume una quantità sufficiente di calorie.

Sapevate che...

  • All’incirca un anziano su sette tra quelli che non vivono in ambiente ospedaliero, e addirittura la metà degli anziani nelle strutture di lungodegenza presenta denutrizione.

Quando non si assume una quantità sufficiente di calorie, l’organismo comincia a scomporre i propri grassi e li utilizza per produrre calorie (un po’ come bruciare i mobili per riscaldare la casa). Una volta consumati tutti i depositi di grasso, l’organismo può scomporre gli altri tessuti, come quello muscolare e degli organi interni, causando gravi problemi, fino al decesso.

Denutrizione proteico-energetica

La denutrizione proteico-energetica (detta anche malnutrizione proteico-energetica) è una carenza grave di proteine e calorie che si verifica quando non si assume una quantità sufficiente di proteine e calorie per un lungo periodo di tempo.

Nei Paesi con tassi elevati di insicurezza alimentare, la denutrizione proteico-energetica riguarda spesso i bambini. Contribuisce al decesso in oltre la metà dei casi di morte infantile (ad esempio, aumentando il rischio di sviluppare infezioni potenzialmente letali e, in caso di infezioni, aumentandone la gravità). Tuttavia, se l’apporto nutrizionale è inadeguato, questo disturbo può colpire chiunque, indipendentemente dall’età.

La denutrizione proteico-energetica presenta due forme principali:

  • Marasma

  • Kwashiorkor

Marasma

Il marasma è una carenza grave di calorie e proteine. Tende a manifestarsi nei neonati e nei bambini molto piccoli e causa perdita di peso, perdita di massa muscolare e massa grassa, e disidratazione. Solitamente l’allattamento al seno svolge un ruolo protettivo contro il marasma.

Kwashiorkor

Il kwashiorkor è una grave carenza di proteine più che di calorie. Il kwashiorkor è meno comune del marasma. Il termine deriva dalla parola africana che significa “primo figlio-secondo figlio”, poiché spesso il primogenito sviluppa il kwashiorkor dopo la nascita del fratellino, quando quest’ultimo viene allattato dalla madre prendendo il posto del primogenito. Poiché i bambini tendono a sviluppare il kwashiorkor dopo lo svezzamento, in genere hanno un’età superiore rispetto a quelli affetti da marasma.

Il kwashiorkor tende a essere confinato ad alcune aree del mondo in cui gli alimenti di base e quelli usati per lo svezzamento sono carenti di proteine, anche se forniscono calorie sufficienti sotto forma di carboidrati. Esempi di tali alimenti sono: igname, cassava, riso, patate dolci e banane verdi. Ad ogni modo, chiunque può sviluppare il kwashiorkor se assume una dieta costituita principalmente da carboidrati. I soggetti affetti da tale condizione tendono a trattenere i liquidi e appaiono pertanto gonfi. Se il kwashiorkor è grave, l’addome può essere sporgente.

Inedia

L’inedia è la forma più estrema di denutrizione proteico-energetica e risulta dalla mancanza parziale o totale di nutrienti essenziali per un lungo periodo di tempo. In genere, si verifica perché il cibo non è disponibile (per esempio, durante una carestia), ma talvolta si verifica quando il cibo è disponibile (per esempio, quando i soggetti digiunano o soffrono di anoressia nervosa).

Cause della denutrizione

Le cause della denutrizione possono essere le seguenti:

  • Mancanza di accesso al cibo

  • Malattie o farmaci che interferiscono con l’assunzione, l’elaborazione (metabolismo) o con l’assorbimento dei nutrienti

  • Un notevole aumento del fabbisogno calorico

A volte le persone non hanno accesso al cibo perché non possono permetterselo, non hanno modo di andare in un negozio o non sono fisicamente in grado di fare compere. In alcune parti del mondo, le scorte di cibo sono inadeguate a causa di guerre, siccità, inondazioni o altri fattori.

Alcune malattie, come i disturbi da malassorbimento, interferiscono con l’assorbimento di vitamine e minerali. Anche gli interventi chirurgici che prevedono l’asportazione di parte dell’apparato digerente possono avere lo stesso effetto. Alcune malattie, come l’AIDS, i tumori o la depressione, comportano la perdita dell’appetito, inducendo un soggetto a consumare meno cibo, con conseguente denutrizione.

L’assunzione di alcuni farmaci può contribuire alla denutrizione. I farmaci possono:

  • Diminuire l’appetito: ne sono esempi i farmaci usati per trattare l’ipertensione arteriosa (ad esempio i diuretici), l’insufficienza cardiaca (ad esempio la digossina) o il cancro (ad esempio il cisplatino).

  • Provocare nausea, che a sua volta riduce l’appetito

  • Aumentare il metabolismo (come la tiroxina e la teofillina) e aumentare così il fabbisogno calorico e nutrizionale

  • Interferire con l’assorbimento di determinati nutrienti a livello intestinale

Inoltre, la sospensione di certi farmaci (come ansiolitici e antipsicotici) o dell’alcol può causare una perdita di peso.

L’assunzione di quantità eccessive di alcol, che contiene calorie ma ha uno scarso valore nutrizionale, fa diminuire l’appetito. Poiché l’alcol danneggia il fegato, può anche interferire con l’assorbimento e l’utilizzo dei nutrienti. Il disturbo da uso di alcol può causare carenze di magnesio, zinco e talune vitamine, tra cui la tiamina.

Il fumo riduce la percezione di sapori e odori, rendendo meno appetitoso il cibo. Il fumo inoltre causa altri cambiamenti nell’organismo che contribuiscono a un basso peso corporeo. Ad esempio, il fumo stimola il sistema nervoso simpatico, facendo aumentare il consumo di energia da parte dell’organismo.

Alcune malattie aumentano fortemente il fabbisogno calorico. Queste possono essere infezioni, lesioni, una tiroide iperattiva (ipertiroidismo), ustioni estese e febbre per lungo tempo.

I fattori che contribuiscono alla denutrizione negli anziani sono molti, compresi i cambiamenti dell’organismo correlati all’età ( see sidebar Primo piano sull’invecchiamento: Denutrizione).

Tabella

Sintomi di denutrizione

Il segno più evidente di una carenza di calorie consiste nella riduzione del grasso corporeo (tessuto adiposo).

Tabella

In caso di inedia per circa un mese, si perde un quarto del peso corporeo. Se l’inedia continua per un periodo di tempo più lungo, gli adulti possono perdere fino alla metà del peso corporeo e i bambini persino di più. Le ossa sporgono e la pelle diventa sottile, secca, poco elastica, pallida e fredda. Infine, si perde il grasso nel viso, il che conferisce alle guance un aspetto scavato e fa apparire gli occhi infossati. I capelli diventano secchi e radi e cadono con facilità.

La perdita grave di tessuto muscolare e adiposo prende il nome di cachessia. Si ritiene che la cachessia sia la conseguenza di un’eccessiva produzione di sostanze chiamate citochine, prodotte dal sistema immunitario in risposta a una malattia, quale un’infezione, il cancro o l’AIDS.

Altri sintomi comprendono: affaticamento, incapacità di trattenere il calore, diarrea, perdita di appetito, irritabilità e apatia. In casi molto gravi, i soggetti possono cessare di rispondere agli stimoli (stupor). I soggetti si sentono deboli e non sono in grado di svolgere le normali attività. Nelle donne, i cicli mestruali diventano irregolari o si arrestano. Se la denutrizione è grave, i liquidi possono accumularsi nelle braccia, nelle gambe e nell’addome.

Si riduce la quantità di alcuni tipi di globuli bianchi, in una condizione simile a quella che si verifica nelle persone affette da AIDS. Di conseguenza, il sistema immunitario si indebolisce, aumentando il rischio di infezioni.

Se il deficit di calorie persiste per un lungo periodo, possono insorgere insufficienza epatica, cardiaca e/o respiratoria. L’inedia totale (quando non viene assunto alcun alimento) è fatale in 8-12 settimane.

I bambini gravemente denutriti possono avere una crescita anomala. Lo sviluppo comportamentale può essere molto lento e si può manifestare una lieve disabilità intellettiva che continua almeno fino all’età scolare. La denutrizione, anche se trattata, può avere effetti duraturi sui bambini. Possono persistere alterazioni dell’abilità intellettiva e problemi digestivi, a volte per tutta la vita.

Con il trattamento, la maggior parte degli adulti guarisce completamente.

Diagnosi di denutrizione

  • Valutazione medica

  • A volte esami del sangue

Generalmente, i medici sono in grado di diagnosticare la denutrizione ponendo domande sulla dieta e la perdita di peso ed effettuando un esame obiettivo (vedere anche Valutazione dello stato nutrizionale). Di solito, la denutrizione grave e prolungata può essere diagnosticata in base all’aspetto e all’anamnesi della persona.

I medici possono anche porre domande in merito alla capacità di acquistare e preparare il cibo, la presenza di altri disturbi, l’uso di droghe, l’umore e la funzione mentale. Possono utilizzare questionari standard alla ricerca di informazioni rilevanti. Le risposte a queste domande possono contribuire a confermare la diagnosi, in particolare quando la denutrizione è meno evidente, e può aiutare a identificarne la causa. Identificare la causa della denutrizione è un aspetto particolarmente importante nei bambini.

Nell’ambito dell’esame obiettivo, il medico:

  • Misura l’altezza e il peso

  • Calcola l’indice di massa corporea (IMC)

  • Stima la quantità di tessuto adiposo e muscolare nella metà superiore del braccio misurando la circonferenza del braccio e lo spessore di una piega cutanea della parte posteriore del braccio sinistro (plica tricipitale)

  • Controlla anche altri sintomi che possono indicare denutrizione (come ad esempio alterazioni della pelle e dei capelli e accumulo di liquidi negli arti o nell’addome)

Gli esiti di tali indagini consentono di confermare la diagnosi e stabilire la gravità della denutrizione.

Esami

L’esecuzione di esami dipende dalle circostanze. Ad esempio, se la causa è evidente e può essere corretta, di solito non è necessario eseguire alcun esame.

L’esame effettuato più spesso è un esame del sangue per misurare il livello di albumina (che diminuisce quando un soggetto non consuma proteine a sufficienza). Il medico può inoltre misurare il numero di determinati tipi di globuli bianchi (che diminuiscono al peggiorare della denutrizione).

Possono essere eseguiti anche esami cutanei per controllare il grado di funzionalità del sistema immunitario. Sotto la pelle, viene iniettata una sostanza che contiene un antigene (che di solito scatena una reazione immunitaria); se si verifica una reazione entro un certo periodo di tempo significa che il sistema immunitario funziona correttamente. Una reazione ritardata o l’assenza di reazione indicano un problema nel sistema immunitario, che può essere dovuto a denutrizione.

Se si sospetta una carenza di vitamine o minerali, di solito vengono eseguiti esami del sangue per misurare i livelli di tali nutrienti.

Se si sospetta che la causa sia un altro disturbo, può essere necessario eseguire altri esami per identificare la causa. Ad esempio, per i soggetti con diarrea grave o persistente nonostante il trattamento, il medico può richiedere l’esame di un campione di feci per verificare la presenza di microrganismi che possono essere causa dell’infezione. Per individuare le infezioni si possono effettuare esami, come l’analisi delle urine e la radiografia del torace.

Primo piano sull’invecchiamento: Denutrizione

La denutrizione negli anziani è grave in quanto aumenta il rischio di fratture, problemi dopo interventi chirurgici, piaghe da decubito e infezioni. Questi problemi tendono a essere più gravi nelle persone denutrite.

Gli anziani sono a rischio di denutrizione per molti motivi.

Cambiamenti dell’organismo correlati all’età: negli anziani cambia la produzione e la sensibilità agli ormoni (come ad esempio l’ormone della crescita, l’insulina e gli androgeni). Di conseguenza, gli anziani perdono tessuto muscolare (una condizione chiamata sarcopenia). La denutrizione e la diminuzione dell’attività fisica peggiorano questa perdita. Inoltre, la perdita di tessuto muscolare correlata all’età è responsabile di molte complicazioni della denutrizione negli anziani, come ad esempio un maggior rischio di infezioni.

Gli anziani tendono ad avvertire prima il senso di sazietà e hanno meno appetito, quindi mangiano meno. Gli anziani possono mangiare meno anche perché con l’età diminuisce la capacità di percepire sapori e odori, fattore che li porta ad apprezzare meno il cibo. Anche la capacità di assorbimento di alcuni nutrienti diminuisce.

Alcuni anziani producono saliva in quantità inferiori, con conseguenti problemi odontoiatrici e difficoltà di deglutizione.

Malattie: molte patologie che contribuiscono alla denutrizione interessano frequentemente gli anziani.

  • La depressione può causare perdita di appetito.

  • Un ictus o i tremori possono rendere difficoltosa la masticazione, la deglutizione o la preparazione del cibo.

  • L’artrite o altre disabilità fisiche, che riducono la capacità di movimento, possono rendere più difficile l’acquisto e la preparazione del cibo.

  • Le malattie da malassorbimento interferiscono con l’assorbimento dei nutrienti.

  • Il cancro può ridurre l’appetito e aumentare il fabbisogno calorico dell’organismo.

  • La demenza può portare chi ne è colpito a dimenticarsi di mangiare o a divenire incapace di preparare il cibo e, pertanto, a perdere peso. Se la demenza è in stadio avanzato, i soggetti non sono in grado di alimentarsi da soli e possono opporre resistenza ai tentativi fatti dalle persone che li assistono.

  • I problemi odontoiatrici (come protesi dentarie inadeguate o patologie gengivali) possono rendere difficoltosa la masticazione e, di conseguenza, la digestione.

  • L’anoressia nervosa, se presente da molto tempo, può essere peggiorata da un evento che si verifica in età avanzata, come la morte di un partner o la paura di invecchiare.

Farmaci: molti dei farmaci usati per il trattamento di disturbi comuni fra gli anziani (come depressione, cancro, insufficienza cardiaca e ipertensione arteriosa) possono contribuire alla denutrizione. I farmaci possono aumentare il fabbisogno corporeo di nutrienti, modificare il modo in cui l’organismo li utilizza o far diminuire l’appetito. Alcuni farmaci provocano diarrea oppure hanno effetti collaterali che interferiscono con l’alimentazione, come ad esempio la nausea e la stipsi.

Contesto familiare: gli anziani che vivono da soli potrebbero essere meno motivati a preparare e a consumare i pasti, e avere risorse finanziarie limitate che li portano ad acquistare alimenti meno costosi e meno nutrienti oppure una quantità complessiva di cibo inferiore. Tali soggetti potrebbero essere fisicamente impossibilitati oppure avere paura ad uscire per acquistare il cibo oppure non disporre di un mezzo di trasporto per raggiungere un negozio di alimentari.

Gli anziani che vivono negli istituti incontrano ancora più ostacoli nell’avere un’alimentazione adeguata:

  • potrebbero essere confusi e non essere in grado di dire quando hanno fame o che cosa vorrebbero mangiare,

  • potrebbero non essere in grado di scegliere gli alimenti che apprezzano,

  • oppure potrebbero non essere in grado di alimentarsi autonomamente.

  • Se mangiano lentamente, in particolare se devono essere imboccati da un membro del personale, quest’ultimo potrebbe non avere a disposizione, o non dedicare loro, il tempo sufficiente per alimentarli adeguatamente.

Gli anziani ricoverati in ospedale a volte hanno gli stessi problemi.

Prevenzione e trattamento: gli anziani possono essere incoraggiati a mangiare di più e il cibo può essere reso più appetitoso. Ad esempio, è possibile proporre alimenti dal sapore deciso o i piatti preferiti, invece di alimenti a basso contenuto di sale e grassi.

È possibile che gli anziani seguano una dieta speciale (come ad esempio una dieta a basso contenuto di sale) a causa di una malattia (quale l’insufficienza renale o cardiaca). Tuttavia, tali diete a volte sono poco appetitose e insipide e le persone potrebbero non mangiare a sufficienza. In tali casi, gli anziani o i loro familiari dovrebbero rivolgersi a un dietologo o a un medico che indichi loro come preparare cibi appetitosi, che siano al tempo stesso adeguati ai loro requisiti nutrizionali.

Gli anziani che ne hanno bisogno per fare la spesa o per alimentarsi devono ricevere più aiuto; ad esempio, potrebbero avere bisogno della consegna dei pasti a domicilio.

A volte, viene somministrato un farmaco che stimola l’appetito (come ad esempio il dronabinol) oppure che aumenta la quantità di tessuto muscolare (come il nandrolone o il testosterone).

La depressione e altri disturbi, se presenti, devono essere trattati. Il trattamento di questi disturbi potrebbe rimuovere alcuni degli ostacoli all’alimentazione.

Per gli anziani che vivono negli istituti, rendere più accattivante la sala da pranzo e concedere loro più tempo per mangiare potrebbe consentirgli di mangiare di più.

Trattamento della denutrizione

  • Alimentazione, in genere per bocca

  • Trattamento della causa

  • A volte nutrizione parenterale o endovenosa

  • Per la denutrizione grave, a volte farmaci

Per la maggior parte delle persone, il trattamento della denutrizione è rappresentato dal graduale incremento del numero di calorie introdotte. Il metodo migliore consiste nell’assumere giornalmente numerosi pasti piccoli e sostanziosi. Ad esempio, alle persone che sono state a digiuno vengono somministrate dapprima razioni di cibo piccole ma frequenti (6-12 volte al giorno), dopodiché la quantità viene gradualmente aumentata. Nei bambini con diarrea, i pasti possono essere sospesi per un giorno o due in modo da non peggiorare la condizione. In questo intervallo, vengono somministrati liquidi.

Le persone che hanno difficoltà a digerire cibi solidi possono avere bisogno di integratori liquidi o di una dieta liquida. Spesso si utilizzano integratori privi di lattosio o a ridotto contenuto di lattosio (come gli integratori a base di yogurt) in quanto molte persone hanno difficoltà a digerire il lattosio (uno zucchero contenuto nei latticini) e la denutrizione può peggiorare il problema. Se tali persone consumano alimenti contenenti lattosio, di solito manifestano diarrea.

Vengono somministrati anche integratori multivitaminici in modo da fornire tutti i nutrienti necessari

e vengono trattati i disturbi che possono contribuire alla denutrizione (come le infezioni). Alcuni specialisti raccomandano la somministrazione di antibiotici a tutti i bambini gravemente denutriti, anche nel caso in cui non vi siano segni di infezione.

Se la denutrizione è grave, potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale.

Un’alimentazione troppo rapida dopo una denutrizione grave può causare complicanze, quali diarrea e squilibri dei liquidi corporei, del glucosio (uno zucchero) e di altri nutrienti. Tali complicanze, generalmente, si risolvono rallentando il ritmo dell’alimentazione.

Quando possibile, i nutrienti vengono somministrati per via orale. Se non possono essere somministrati per via orale, i nutrienti possono essere somministrati con uno dei seguenti metodi:

  • Un catetere inserito nel tratto digerente (alimentazione enterale)

  • Un sondino (catetere) inserito in una vena (alimentazione per via endovenosa)

Alimentazione con sondino

L’alimentazione con sondino (enterale) può essere utilizzata per nutrire le persone il cui apparato digerente funziona normalmente, ma che non riescono a mangiare abbastanza da coprire il proprio fabbisogno nutrizionale (come le persone che hanno subito ustioni gravi) o che presentano difficoltà di deglutizione (come le persone che hanno avuto un ictus).

Per l’alimentazione con sondino, si introduce una sottile sonda di plastica (sondino nasogastrico) per via nasale e la si spinge verso la gola fino allo stomaco o all’intestino tenue (detta intubazione nasogastrica). Qualora sia necessario continuare a lungo questo tipo di alimentazione, il sondino di alimentazione può essere inserito direttamente nello stomaco o nell’intestino tenue attraverso una piccola incisione nell’addome.

Gli alimenti che vengono somministrati attraverso il sondino devono contenere tutti i nutrienti di cui la persona ha bisogno. Esistono soluzioni speciali, comprese quelle per le persone con specifiche necessità (come ad esempio una ridotta assunzione di liquidi). Oppure, dopo opportuno trattamento, è possibile somministrate cibi solidi attraverso il sondino nasogastrico. L’alimentazione con il sondino può essere somministrata lentamente e in modo continuo oppure in grandi quantità (dette bolo) a intervalli di alcune ore.

L’alimentazione con sondino può causare molti problemi, che possono essere potenzialmente fatali.

  • Inalazione (aspirazione) di cibo nei polmoni: negli anziani, l’aspirazione è il problema più frequente causato dall’alimentazione con sondino. L’aspirazione di cibo può portare a polmonite, ma è meno probabile se la soluzione viene somministrata lentamente e se la testata del letto viene sollevata per una o due ore dopo l’alimentazione con sondino, per ridurre il rischio di rigurgito.

  • Diarrea e disturbi addominali: cambiare la soluzione o somministrarla più lentamente può contribuire ad alleviare questi disturbi.

  • Irritazione dei tessuti: il sondino può irritare ed erodere i tessuti di naso, gola o esofago. In questi casi, in genere il sondino può essere rimosso e l’alimentazione può continuare con un diverso tipo di sondino.

Alimentazione per via endovenosa

L’alimentazione per via endovenosa (nutrizione parenterale) viene utilizzata quando l’apparato digerente non è in grado di assorbire adeguatamente i nutrienti (come nel caso delle malattie da malassorbimento gravi). Viene inoltre utilizzata quando è necessario liberare temporaneamente l’apparato digerente dal cibo (ad esempio in soggetti con colite ulcerosa grave o pancreatite grave).

La somministrazione di cibo per via endovenosa può coprire una parte del fabbisogno nutrizionale del soggetto (nutrizione parenterale parziale) o la sua totalità (nutrizione parenterale totale). Dal momento che la nutrizione parenterale totale deve essere infusa per via endovenosa in un sondino di grandi dimensioni (catetere), questo sondino deve essere inserito in una vena di diametro adeguato, come la vena succlavia, che si trova sotto la clavicola.

Anche l’alimentazione per via endovenosa può causare problemi, quali ad esempio:

  • Infezione: l’infezione è un rischio costante poiché il catetere viene solitamente lasciato in sede per un lungo periodo di tempo e le soluzioni che vengono introdotte al suo interno contengono molto glucosio (uno zucchero), che favorisce lo sviluppo di batteri. Le persone sottoposte a nutrizione parenterale totale devono essere attentamente monitorate per segni di infezione.

  • Eccessiva quantità di acqua (sovraccarico di volume): la somministrazione di una quantità eccessiva di acqua può causare l’accumulo di liquidi nei polmoni, che rende difficile la respirazione. Per questo motivo, il medico controlla il peso della persona e la quantità di urine escrete. A volte, è possibile ridurre il rischio calcolando la quantità di acqua necessaria prima di iniziare l’alimentazione.

  • Squilibri e carenze nutrizionali: Raramente si verificano carenze di alcune vitamine e minerali. Per individuare determinati squilibri nutrizionali, si misurano periodicamente i livelli nel sangue dei minerali disciolti (elettroliti), glucosio e urea (una misura della funzionalità renale), dopodiché è possibile adeguarvi la soluzione.

  • Diminuzione della densità ossea: la nutrizione parenterale totale, quando somministrata per più di 3 mesi circa, causa talvolta la diminuzione della densità ossea. Il motivo non è noto e il trattamento migliore è l’interruzione temporanea o permanente di questo tipo di alimentazione.

  • Problemi al fegato: la nutrizione parenterale totale può causare disfunzione epatica, soprattutto nei neonati prematuri. Vengono effettuati esami del sangue per controllare la funzionalità epatica. L’adattamento della soluzione può aiutare.

  • Problemi della cistifellea: Possono formarsi calcoli biliari. Il trattamento comporta l’adeguamento della soluzione e, se possibile, la somministrazione di cibo per via orale o attraverso il sondino.

Farmaci

Talvolta, ai soggetti gravemente denutriti vengono somministrati farmaci per far aumentare l’appetito, quali dronabinol o megestrol, oppure farmaci per aumentare la massa muscolare, come l’ormone della crescita o uno steroide anabolizzante (ad esempio, nandrolone o testosterone).

Ulteriori informazioni

La seguente risorsa in lingua inglese può essere utile. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.

  1. Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo 2020: rapporto della FAO con stime su insicurezza alimentare, fame e malnutrizione a livello globale e regionale