Istoplasmosi

DiSanjay G. Revankar, MD, Wayne State University School of Medicine
Revisionato/Rivisto apr 2021
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L’istoplasmosi è un’infezione causata dal micete Histoplasma capsulatum. Si presenta soprattutto nei polmoni, ma a volte può diffondersi a tutto l’organismo.

  • L’istoplasmosi si acquisisce attraverso l’inalazione di spore del micete.

  • La maggior parte dei pazienti non presenta sintomi, ma prova un senso di malessere, febbre e tosse e talvolta difficoltà di respirazione.

  • A volte l’infezione si diffonde, causando ingrossamento del fegato, della milza e dei linfonodi e danni ad altri organi.

  • La diagnosi si basa sugli esami colturali dei campioni di tessuto e liquidi.

  • La necessità di trattamento con farmaci antimicotici dipende dalla gravità dell’infezione.

(Vedere anche Panoramica sulle infezioni micotiche)

L’istoplasmosi è particolarmente comune negli stati orientali e del Midwest degli Stati Uniti, in particolare lungo le valli dei fiumi Ohio e Mississippi, ma può verificarsi negli stati meridionali ed è presente anche in zone dell’America centrale e meridionale, dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia. Si sono verificate epidemie di istoplasmosi associate alle grotte popolate da pipistrelli in tutto il mondo; negli Stati Uniti ne sono state segnalate in Florida, Texas e Portorico.

I miceti del genere Histoplasma si sviluppano meglio nel terreno e nella polvere contaminati da escrementi di uccelli o pipistrelli. Allevatori di polli, lavoratori edili, speleologi (persone che amano esplorare grotte) e altri che lavorano a contatto con il suolo hanno maggiori probabilità di inalare le spore prodotte da Histoplasma. Il rischio di infezione è massimo quando l’attività genera spore trasportate dall’aria (per esempio la rimozione di alberi o edifici in cantieri edili nelle aree in cui vivono uccelli o pipistrelli) oppure quando si esplorano grotte.

L’inalazione di grandi quantità di spore può provocare malattie gravi.

Forme di istoplasmosi

Esistono tre forme principali di istoplasmosi:

  • Istoplasmosi polmonare acuta: è la forma iniziale dell’infezione, si manifesta nei polmoni e solitamente non si diffonde.

  • Istoplasmosi disseminata progressiva: se il sistema immunitario è indebolito o immaturo, attraverso il sangue l’infezione può diffondersi (disseminarsi) dai polmoni ad altre parti del corpo, come cervello, midollo spinale, fegato, milza, linfonodi, ghiandole surrenali, apparato digerente o midollo osseo. Questa forma si presenta raramente negli adulti sani. Di solito si manifesta in lattanti o bambini piccoli malnutriti, oppure in persone con sistema immunitario indebolito, come quelle affette da infezione da HIV/AIDS, che hanno subito un trapianto d’organo o che assumono farmaci che sopprimono il sistema immunitario, inclusi i corticosteroidi.

  • Istoplasmosi cavitaria cronica: in questa forma, nell’arco di parecchie settimane nei polmoni si formano gradualmente uno o più spazi vuoti (cavità). L’infezione non si diffonde dai polmoni ad altre parti del corpo.

Sintomi dell’istoplasmosi

La maggior parte delle persone che hanno contratto un’infezione da Histoplasma non presenta alcuna sintomatologia o sviluppa sintomi molto lievi.

I sintomi variano in base alla forma della malattia.

Istoplasmosi polmonare acuta

I sintomi solitamente compaiono 3-21 giorni dopo avere inalato le spore. I soggetti si ammalano, sviluppano febbre e tosse e sensazione simile all’influenza. I sintomi scompaiono solitamente senza alcun trattamento entro due settimane e raramente persistono per più di sei settimane.

Le persone che inalano molte spore possono sviluppare la polmonite, accusare dispnea grave ed essere ammalate per mesi.

L’istoplasmosi polmonare acuta molto raramente è letale, ma può diventare grave nei soggetti con sistema immunitario deficitario (come nel caso dei malati di AIDS).

Istoplasmosi disseminata progressiva

All’inizio i sintomi sono vaghi. In seguito può presentarsi una sensazione di stanchezza, debolezza e malessere generale. I sintomi possono peggiorare molto lentamente o in maniera estremamente rapida.

Può svilupparsi la polmonite, ma è raramente grave, tranne che nei malati di AIDS. In rari casi, si può sviluppare la meningite (infiammazione dei tessuti che rivestono il cervello e il midollo spinale), che causa cefalea e rigidità del collo. Si può manifestare ingrossamento del fegato, della milza e dei linfonodi. Raramente, l’infezione causa la formazione di ulcere nella bocca e nell’intestino. Raramente vengono danneggiate le ghiandole surrenali, con conseguente morbo di Addison.

Senza trattamento, questa forma è fatale in oltre il 90% delle persone. Malgrado la terapia, i soggetti con AIDS possono andare incontro a una rapida morte.

Istoplasmosi
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Nelle persone il cui sistema immunitario è compromesso, l’istoplasmosi può causare la formazione di piaghe (ulcere) nella bocca.
Immagine per gentile concessione di Susan Lindsley tramite la Public Health Image Library dei Centers for Disease Control and Prevention.

Istoplasmosi cavitaria cronica

Questa infezione polmonare si sviluppa gradualmente nell’arco di diverse settimane, provocando tosse e difficoltà respiratoria che si aggravano progressivamente. I sintomi comprendono perdita di peso, sudorazione notturna, febbre lieve e malessere generalizzato.

La maggior parte dei soggetti guarisce senza trattamento entro 2-6 mesi. Tuttavia, la difficoltà respiratoria può continuare a peggiorare e alcune persone producono espettorato con sangue, talvolta abbondante. Il tessuto dei polmoni viene distrutto formando tessuto cicatriziale. Il danno polmonare o la sovrainfezione batterica possono essere causa di morte.

Diagnosi dell’istoplasmosi

  • Coltura ed esame di campioni di tessuto o fluidi corporei

  • Talvolta, esami del sangue e delle urine

  • Radiografia del torace

Per formulare la diagnosi di istoplasmosi, i medici prelevano campioni di espettorato, urina, sangue o ulcere orali (se presenti). I medici possono utilizzare una sonda a fibre ottiche (broncoscopio) per prelevare campioni dai polmoni. Oppure possono eseguire una biopsia per prelevare campioni da fegato, midollo osseo o linfonodi. Questi campioni vengono inviati in laboratorio per gli esami colturali. L’urina e il sangue possono essere analizzati per le proteine (antigeni) rilasciate dal micete. Si può eseguire un test per identificare il materiale genetico del micete (il suo DNA).

Inoltre, i medici eseguono una radiografia del torace per ricercare evidenze di infezione polmonare.

Per alcune forme rare dell’infezione, è necessaria l’assistenza di specialisti delle malattie infettive per formulare la diagnosi (e il trattamento).

Prognosi dell’istoplasmosi

L’istoplasmosi primaria acuta si risolve quasi sempre senza trattamento. L’istoplasmosi cavitaria cronica può essere fatale. L’istoplasmosi disseminata progressiva non trattata presenta un tasso di mortalità superiore al 90%.

Trattamento dell’istoplasmosi

  • Farmaci antimicotici

Le persone altrimenti sane affette da istoplasmosi polmonare acuta raramente richiedono un trattamento farmacologico. Tuttavia, se dopo un mese le condizioni non migliorano, viene spesso prescritto l’itraconazolo, somministrato per via orale. Se si sviluppa una polmonite grave, viene somministrata amfotericina B per via endovenosa, seguita da itraconazolo.

L’istoplasmosi disseminata progressiva richiede il trattamento. Se l’infezione è grave, si somministra amfotericina B per via endovenosa, seguita da itraconazolo per via orale. Se l’infezione è lieve, viene utilizzato solo l’itraconazolo.

Se i soggetti affetti da AIDS sviluppano istoplasmosi, possono dover assumere un farmaco antimicotico (di solito l’itraconazolo) per il resto della vita. Tuttavia, possono interrompere l’assunzione del farmaco antimicotico dopo 1 anno qualora la conta dei CD4 (un tipo di globuli bianchi il cui numero si riduce quando l’AIDS non è controllato) sia aumentata ad almeno 150 cellule per microlitro di sangue.

In caso di istoplasmosi cavitaria cronica, l’itraconazolo oppure, per le infezioni più gravi, l’amfotericina B possono eliminare il micete. Tuttavia, il trattamento non può far regredire i danni causati dall’infezione. Pertanto, la maggior parte delle persone continua ad avere problemi di respirazione, simili a quelli causati dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva. Quindi, il trattamento deve essere intrapreso il prima possibile per limitare il danno polmonare.