Panoramica sulle infezioni da Clostridium

DiLarry M. Bush, MD, FACP, Charles E. Schmidt College of Medicine, Florida Atlantic University
Revisionato/Rivisto mag 2021
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    I clostridi sono batteri che risiedono comunemente nell’intestino di adulti e neonati sani. I clostridi risiedono anche negli animali, nel terreno e nella vegetazione in decomposizione. Questi batteri vivono senza bisogno di ossigeno, cioè sono batteri anaerobi.

    Esistono molte specie diverse di clostridi.

    La più comune infezione da clostridi è la gastroenterite (intossicazione alimentare da Clostridium perfringens), un’infezione generalmente lieve che di norma si risolve spontaneamente. Gravi infezioni da clostridi sono relativamente rare, ma possono essere fatali.

    I clostridi causano le malattie in modi diversi, in base alla specie:

    • I batteri della specie Clostridium botulinum possono produrre una tossina nel cibo che viene poi consumato, come accade nel botulismo alimentare.

    • I batteri possono essere ingeriti con il cibo e, una volta raggiunto l’intestino, moltiplicarsi e produrre una tossina, come avviene nell’intossicazione alimentare da Clostridium perfringens.

    • Le spore, che sono forme batteriche inattive (quiescenti) dei clostridi, possono penetrare nel corpo attraverso una ferita e svilupparsi in batteri attivi che producono una tossina, come si verifica nel tetano. Le spore consentono ai batteri di sopravvivere quando le condizioni ambientali sono difficili. Quando le condizioni sono favorevoli, ciascuna spora germina dando origine a un batterio attivo.

    • L’uso di antibiotici può consentire ai clostridi eventualmente già presenti nell’intestino crasso di proliferare e produrre due tossine, come avviene nella colite indotta da Clostridioides difficile (in precedenza Clostridium difficile) associata ad antibiotici.

    • Batteri del genere Clostridium possono penetrare attraverso una ferita, moltiplicarsi e produrre una tossina che distrugge i tessuti, come accade nella gangrena gassosa.

    I clostridi possono infettare la cistifellea, il colon e gli organi riproduttivi femminili. Se i clostridi infettano il colon di soggetti con un basso numero di globuli bianchi (come le persone affette da leucemia o trattate con chemioterapie antitumorali) possono causare una malattia potenzialmente fatale definita enterocolite neutropenica.

    Raramente, una specie chiamata Clostridium sordellii causa la sindrome da shock tossico nelle donne che hanno contratto infezioni degli organi riproduttivi. Tali infezioni possono manifestarsi dopo un aborto, spontaneo o provocato, il parto o talvolta una procedura ginecologica.

    Intossicazione alimentare da Clostridium perfringens

    L’intossicazione alimentare da Clostridium perfringens (un tipo di gastroenterite) può manifestarsi quando si ingeriscono alimenti (di solito carne di manzo) che contengono clostridi. I clostridi si sviluppano dalle spore, che sono in grado di sopravvivere al calore della cottura. Se il cibo che contiene spore non viene consumato subito dopo la cottura, le spore si trasformano in clostridi attivi, che poi si moltiplicano negli alimenti. Se il cibo è servito senza essere adeguatamente riscaldato, si ingeriscono i clostridi, i quali si moltiplicano nell’intestino tenue e producono una tossina che causa diarrea acquosa e crampi addominali.

    L’intossicazione alimentare da Clostridium perfringens è generalmente lieve e si risolve entro 24 ore. Tuttavia, in rari casi è grave, in particolare nei giovanissimi e negli anziani.

    Il medico spesso sospetta la diagnosi di intossicazione alimentare da Clostridium perfringens quando si è verificata un’epidemia locale della malattia. La diagnosi è confermata dall’analisi di campioni di alimenti o feci contaminati per verificare la presenza di Clostridium perfringens o della sua tossina.

    Per prevenire un’intossicazione alimentare, gli avanzi di carne devono essere subito refrigerati e riscaldati bene prima di essere serviti.

    Il trattamento dell’intossicazione alimentare da Clostridium perfringens prevede l’assunzione di molti liquidi e il riposo. Gli antibiotici non vengono utilizzati.

    Infezioni addominali e pelviche da Clostridium

    I clostridi, di solito Clostridium perfringens, sono spesso coinvolti nelle infezioni addominali, solitamente con altri batteri (infezioni anaerobiche miste).

    Le infezioni da Clostridium possono svilupparsi in presenza di lesioni nell’intestino. I clostridi possono anche infettare la cistifellea e gli organi pelvici, come utero, tube di Falloppio e ovaie. I clostridi di solito infettano l’utero dopo un parto o un aborto eseguito in condizioni non sterili.

    Le infezioni addominali e pelviche da Clostridium sono gravi e talvolta fatali. I clostridi producono grandi quantità di gas, che possono formare bolle e vescicole nel tessuto infetto. Spesso, l’infezione determina l’occlusione dei vasi sanguigni di piccolo calibro, con conseguente morte del tessuto infetto, dando luogo alla gangrena gassosa.

    I sintomi includono dolore e febbre. L’addome è dolente al tatto. Se vi è infezione dell’utero, le donne possono presentare una secrezione ematica maleodorante dalla vagina.

    Per diagnosticare le infezioni addominali e pelviche da Clostridium, i medici prelevano campioni di sangue o di tessuto infetto. I campioni vengono esaminati e inviati in laboratorio, dove è possibile far crescere (in coltura) i batteri, se presenti, e identificarli. Possono venire eseguite radiografie per verificare la presenza di gas prodotto dai clostridi.

    Il trattamento delle infezioni addominali e pelviche da Clostridium comporta un intervento chirurgico (chiamato sbrigliamento) per rimuovere il tessuto infetto e necrotico. Per almeno 1 settimana vengono somministrati antibiotici, come la penicillina. A volte la penicillina è utilizzata insieme a un altro antibiotico chiamato clindamicina. Talvolta, se un organo (come l’utero) è gravemente infetto, viene asportato. Tale trattamento può evitare il decesso.

    Enterite necrotizzante da Clostridium

    L’enterite necrotizzante da Clostridium, nota anche come enterite necrosante o pigbel, è causata da Clostridium perfringens e, di solito, interessa l’intestino tenue (principalmente il digiuno). L’infezione può presentarsi in forma variabile da lieve a grave e può essere fatale se non viene trattata tempestivamente. Questa rara infezione si manifesta principalmente nei luoghi in cui le persone consumano diete a basso contenuto proteico, come nell’entroterra della Nuova Guinea e in alcune parti dell’America centrale e meridionale, dell’Africa e dell’Asia.

    La diagnosi di enterite necrotizzante da Clostridium è formulata sulla base dell’esame delle feci.

    Il trattamento dell’enterite necrotizzante da Clostridium prevede l’impiego di antibiotici. In caso di infezione molto grave può essere necessario l’intervento chirurgico.

    L’enterocolite neutropenica (tiflite) è una sindrome simile, potenzialmente fatale, che si sviluppa nella parte iniziale dell’intestino crasso (cieco) di persone che presentano una bassa conta dei globuli bianchi (per esempio, i malati di leucemia o coloro che sono in chemioterapia per un tumore).

    L’enterocolite necrotizzante neonatale si manifesta prevalentemente nei neonati prematuri di peso inferiore a 1.500 grammi e può essere causata da clostridi.

    Clostridi nel sangue circolante

    I clostridi possono anche diffondersi nel sangue (causando batteriemia). La batteriemia diffusa (sepsi) può causare febbre e sintomi gravi, come ipotensione arteriosa, ittero e anemia. La sepsi si può sviluppare dopo un’infezione da clostridi e divenire rapidamente letale.

    Per diagnosticare la sepsi da clostridi, i medici prelevano campioni di sangue che vengono inviati in laboratorio, dove è possibile far crescere (in coltura) i batteri, se presenti, e identificarli.

    In presenza di sepsi, i medici procedono con il ricovero in ospedale e la somministrazione di antibiotici (vedere anche Trattamento della sepsi).